La docente che aveva chiesto anche 1.000 euro di danni morali per essere stata "costretta ad interrompere l'attività didattica come programmata e prevista e aver patito lesione della propria dignità professionale e psicofisica", è stata condannata a pagare, invece, la somma di EUR. 838,00.
Secondo il tribunale di Trieste la fondatezza dell'obbligatorietà sta proprio, e paradossalmente, nel regolamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche che, all'art. 10, comma 1, DPR 272/1999 prevede che "per la verifica del raggiungimento degli obiettivi di apprendimento degli standard di qualità del servizio il ministero della pubblica istruzione fissa metodi scadenze per le rilevazioni periodiche".
Quindi, secondo il tribunale, rilevazioni periodiche sono da tempo previste dal nostro ordinamento e sono di competenza ministeriale e non del singolo istituto scolastico.
Alla competenza ministeriale si è affiancata nel tempo quella dell'Invalsi, che viene vista dei giudici come un "ente strumentale allo svolgimento di una funzione dello Stato, per l'appunto del ministero dell'istruzione".
Nessuna competenza risulta, dunque, attribuibile al collegio docenti in relazione alla decisione circa lo svolgimento meno delle prove Invalsi.
Non solo, secondo il tribunale l'attività di "somministrazione e correzione delle prove ben può farsi rientrare tra le attività previste dall'art. 29 del CCNL di gente per il corpo docente, essendo l'attività relativa alla loro correzione inquadrabile come attività funzionale all'insegnamento".
Lo sciopero del 5 e 6 maggio, indetto dai Cobas e da altre sigle sindacali per boicottare le prove Invalsi . secondo i dati ministeriali ha avuto adesioni marginali e insignificanti che al massimo sono arrivati all'8%, perché molti docenti sanno bene che le prove INVALSI sono obbligatorie per legge e costituiscono un adempimento sanzionabile anche disciplinarmente. Solo alcuni si lasciano convincere dalle parole e dai pressanti inviti alla disobbedienza, reclamando la "libertà di insegnamento" che non viene per nulla intaccata, né tanto meno compromessa.
I test si sono svolti il 6 e 7 maggio dopo che la presidente Ajello ha deciso di spostarli dalla precedente data del 5 proprio per impedirne il boicottaggio.
La presidente Ajello ha inviato un messaggio ai docenti in cui ricorda che i risultati delle prove sono un riferimento importante per le ricerche del Miur e non solo. E, quest'anno più che mai, rappresentano una componente fondamentale del Sistema nazionale di valutazione delle scuole.
Nonostante il boicottaggio e l'astensionismo di alcuni docenti i dati diffusi dallo stesso INVALSI dicono che il 6 maggio 2015 si è svolta la prima giornata delle prove INVALSI nella scuola primaria, (529 e 532 mila studenti delle classi II e V primaria) dedicata all'Italiano.
Le prove hanno coinvolto gli alunni della scuola con le seguenti statistiche per la prova di italiano:
Partecipazione classi campione 88,43% 87,74%
Partecipazione classi non campione 89,22% 88,57%
Partecipazione complessiva (classi campione e non campione) 89,18% 88,53%.
L'INVALSI ha, inoltre, ringraziato i docenti, i dirigenti e gli stessi alunni che hanno partecipato alla rilevazione.
Il 7 maggio 2015 si è svolta la seconda giornata delle prove INVALSI nella scuola primaria, dedicata alla Matematica.
Partecipazione classi campione 90,81% 89,11%
Partecipazione classi non campione 90,66% 89,91%
Partecipazione complessiva (classi campione e non campione) 90,66% 89,87%.
Il grado di partecipazione delle classi alle prove di Italiano e di Matematica per la classe II e V primaria è tale da garantire la significatività della rilevazione sia per le classi campione sia per quelle non campione
Martedì 12 maggio si svolgeranno le prove nelle classi seconde delle scuole di secondo grado.
Ci saranno ancora atteggiamenti di ostruzionismo, e si spera che i dati che saranno registrati siano significativi per dar valore alla valutazione del sistema scolastico e occasione per migliorare l'azione didattica.
La Confedir Sicilia.Dirigenti scuola invita i presidi a non tenere in nessun conto delle argomentazioni contenute nella diffida dei Cobas in merito alle prove Invalsi, diffida che va cestinata non essendo un sindacato firmatario di contratto, e di procedere regolarmente il 12 maggio alla somministrazione delle prove secondo le procedure definite dall'istituto.
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