Il
Sottosegretario Gabriele Toccafondi ha annunciato che sono in arrivo
oltre 500 milioni di euro per le scuole paritarie. "Mai nessun Governo aveva destinato tanta
attenzione alla parità scolastica, come mai nessuno ha fatto, come noi,
controlli serrati al sistema delle paritarie, tanto da proporre la
chiusura di 47 scuole, alle quali viene revocato il riconoscimento
della parità". Il comunicato ha lasciato basiti i sindacati e
gli esponenti radicali di alcuni partiti i quali l'hanno condannata
come una "scelta gravissima e offensiva" rimproverando ancora una volta
la disattenzione del Governo nei confronti della scuola pubblica e la
difficoltà di trovare i fondi per il rinnovo del contratto per il
personale.
Il Sottosegretario ha sostenuto fortemente il ruolo dell'educazione non
statale che offre un servizio pubblico ai cittadini, costretti a pagare
due volte il diritto di scegliere la scuola per i propri figli, come
indicato dalla Costituzione.
Si ripropone la solita accusa di pregiudizio ideologico rivolta a chi è
contrario ai finanziamenti alle scuole paritarie, in ossequio alla
formula adottata nel testo della Costituzione per volontà del siciliano
Concetto Marchese, che temeva in quel contesto storico la nascita delle
scuole dei partiti, "Senza oneri per lo Stato" ha un'accezione
specifica per il servizio privato e non per la scuola paritaria che
rispetta le norme e le regole del sistema scolastico ed è autorizzata a
rilasciare titoli e diplomi.
Oggi le scuole paritarie sono quasi tutte in gravi difficoltà
economiche e molte di esse, specie le scuole cattoliche, sono state
costrette a chiudere i battenti. A questa grave situazione di disagio
si aggiunge l'incoerenza di non riconoscere il servizio prestato nelle
scuole pubbliche paritarie.
Tanti docenti hanno fatto sacrifici e rinunce, accontentandosi soltanto
del punteggio, in cambio del lavoro didattico svolto ed ora, passando
alla scuola pubblica statale si trovano con in mano un pugno di mosche
e il punteggio del servizio prestato non è utile in fase di mobilità
(trasferimenti) e nella progressione di carriera (scatti di anzianità.)
Questa grave penalizzazione, è in contrasto con la legge n. 62/2000 che
stabilisce che dal 1° settembre del 2000 "i servizi d'insegnamento
prestati nelle scuole paritarie sono valutati nella stessa misura
prevista per il servizio prestato nelle scuole statali " e fa prevalere
il testo Unico del 1994 che non riconosceva tale diritto, ma allora non
c'era la legge che regolamentava le scuole paritarie.
Qui i sindacati non intervengono per tutelare i lavoratori della
scuola, privati di un diritto acquisito e sono tutti consapevoli che
tanti docenti hanno sacrificato gli anni di carriera per accumulare
punteggio e molti di essi non hanno percepito la giusta
remunerazione, per la scarsità di fondi.
Recentemente la pronuncia del Giudice del lavoro di Palermo che, con
sentenza n. 2124/2017, pubblicata il 5 luglio, ha condannato il MIUR ad
attribuire alla parte ricorrente, punteggio derivante dal servizio
pre-ruolo prestato presso le scuole paritarie, impegnando il Ministero
dell'Istruzione a computare alla medesima stregua il servizio prestato
presso le scuole statali e le scuole paritarie, anche ai fini della
ricostruzione della carriera e della posizione stipendiale
maturata. Pare che questo "diritto" sia relegato alla carta
bollata e nelle aule dei tribunali.
Al di là degli schieramenti ideologici, occorre riconoscere il sistema
d'istruzione nazionale è costituito da scuole statali e paritarie e
solo nel nostro Paese queste scuole, che svolgono un servizio pubblico,
vengono fortemente discriminate.
Con i contributi che saranno assegnati anche in presenza di alunni
disabili potrà essere garantito tale servizio per tutti, senza
escludere i disabili dalle scuole paritarie e senza dover chiedere alle
famiglie un supplemento nella retta, rendendo così concreto il diritto
d'integrazione e d'inclusione sociale.
La tanto dibattuta questione del "buono scuola" e la definizione del
"costo standard per allievo", cioè l'individuazione del costo ottimale
per l'istruzione di ogni alunno, ritornano ancora una volta ribadite,
anche come appello alla giustizia e all'equità, constatando i gravosi
costi della libertà di scelta, con doppi pagamenti allo Stato e alla
scuola libera.
La promessa di questa boccata di ossigeno fa ben sperare per l'avvio
del nuovo anno scolastico nelle scuole paritarie, e restituisce
ai genitori il diritto di scegliere la scuola per i propri figli.
Giuseppe Adernò