Il 29 aprile
alla Camera dei Deputati sarà discusso e votato il testo unificato di
legge del 17 aprile che reintroduce con voto l'Educazione Civica. Il nuovo testo di legge, frutto di accordi e di sintesi di circa 15
proposte di legge d'iniziativa parlamentare e di una proposta di legge
d'iniziativa popolare che ha coinvolto tanti cittadini che hanno
firmato il documento proposto dall'ANCI, superando le 100 mila firme,
scandisce in 12 articoli, l'importanza dell'Educazione Civica, per la
formazione di "cittadini responsabili e attivi" per la crescita sociale
e culturale della Nazione, ma non ci sarà un'ora in più di scuola, si
svolgerà per 33 ore nell'arco dell'anno, quale" insegnamento
trasversale", per sviluppare "le conoscenze e la comprensione delle
strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e
ambientali della società". Secondo il comma 4 dell'art.2 l'insegnamento
dell'Educazione Civica è affidato ai docenti di classe, utilizzando le
risorse dell'organico dell'autonomia e "ai docenti abilitati
all'insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove
disponibili nell'ambito dell'organico dell'autonomia".
La designazione di un docente coordinatore, anche se come azione di
volontariato, (senza compensi aggiuntivi) dovrebbe essere garante della
trasversalità della disciplina, e questa "trasversalità" si presta
ancora una volta a possibili varianti nell'applicazione, come ha
sottolineato il prof. Luciano Corradini in un articolo su "Avvenire"
del 27 aprile.
"E perché allora non chiamare trasversale anche l'italiano, che è
utilizzato e insegnato, oltre che dal docente di lettere, anche dai
docenti di tutte le discipline? Perché elevare a categoria pedagogica e
curricolare, con impreviste conseguenze, relative alle cattedre e agli
orari, questo aggettivo coniato nel dibattito didattichese, allo scopo
di spalmare su tutti i docenti l'ampia tematica
etico-socio-giuridico-civico-politica, per dimostrare che questa non
avrebbe anche dignità disciplinare e che quindi la scuola potrebbe in
merito risparmiare tempo, soldi e fatica? "
L'art. 3 della proposta di legge rimanda alle successive Linee guida
per l'insegnamento dell'Educazione civica, che pone a fondamento la
conoscenza della Costituzione italiana "per sviluppare competenze
ispirate ai valori della responsabilità, della legalità, della
partecipazione e della solidarietà" (art.4) e all'educazione alla
cittadinanza digitale ed al corretto uso dei nuovi strumenti
tecnologici.
Nuove prospettive di formazione sono previste per il personale docente
e dal 2020 saranno assegnati quattro milioni per la formazione dei
docenti coordinatori .
Saggia la considerazione del prof. Corradini che afferma: "Nel
dibattito parlamentare, si dovrebbe riuscire ad evitare due rischi:
quello di rendere la legge troppo povera di una "cultura educativa",
che aiuti i giovani a distinguere e a connettere a livello alto e
motivante, valori, diritti, doveri, principi, con la vita, con la
storia e con la cultura in senso ampio; e quello di caricarla di tutte
le "educazioni" relative a problemi e contenuti "emergenti", che non
possono occupare tutte le previste 33 ore l'anno".
La specificità dell'Educazione civica richiede una competenza
professionale e didattica accertata e qualificata come quella dei
docenti di discipline giuridiche ed economiche, come sostiene l'APIDGE,
mentre le tematiche relative alle altre Educazioni, sostiene Corradini
"vanno affrontate responsabilmente e selettivamente nella vita della
scuola dell'autonomia, sulla base di una visione che tenga presenti
tutti i valori e le norme presenti nell'intera partitura del testo
costituzionale e dei documenti internazionali relativi all'educazione
alla cittadinanza e alla Global Education".
In un difficile momento cruciale di emergenze socio-politiche e alla
vigilia delle Elezioni Europee, si auspica che prevalga il buon senso e
si pongano le basi per la costruzione della coscienza civica dei
cittadini che ha ispirato l'UCIIM al convegno sul tema "Il problema
dell'Educazione dei giovani alle virtù civiche e alla democrazia",
celebrato nel 1957 al Castello Ursino di Catania e l'allora Ministro
dell'Istruzione Aldo Moro, il quale nel 1958 con il DPR n.585 ha
introdotto l'Educazione Civica nella scuola italiana.
La società ha necessità di avere dei giovani informati e formati sulla
Costituzione Italiana, sui Regolamenti Europei, sui diritti e i doveri
del cittadino per una partecipazione attiva e responsabile alla vita
sociale. La scuola ha questo compito e non può declinarlo o lasciarlo
alla libera scelta del volontariato o della disponibilità di alcuni
docenti.
L'utilizzo ottimale delle risorse impone alla scuola italiana
l'ottimizzazione dei seimila docenti di discipline giuridiche ed
economiche rimasti spesso impropriamente utilizzati per supplenze o per
il sostegno (anche senza titolo). La loro specifica competenza deve
essere valorizzata e potenziata in un progetto che coinvolge
trasversalmente l'intera azione educativa.
Nella proposta di legge che all'art.12 rileva che da ciò "non devono
derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica"
s'intendono valorizzare le "buone pratiche di educazione civica"
realizzate nelle scuole e in quest'Albo dovrà certamente figurare
l'azione educativa realizzata attraverso il progetto didattico del
Consiglio Comunale dei Ragazzi, che da 25 anni presenta un modello di
lezione applicata di Educazione civica che consente ai ragazzi di
"imparare facendo" la cultura della democrazia, della partecipazione
attiva della ricerca del bene comune nella scuola, considerata come una
"piccola città". Tutto ciò è testimoniato dagli oltre 500 Consigli dei
Ragazzi presenti in tutte le regioni d'Italia.
Giuseppe Adernò